Spesso il poco tempo per fare la spesa e il nostro limite a scegliere in base al prezzo, al design o al nome accattivante del prodotto non sempre ci portano a mettere nel nostro carrello i prodotti migliori per la nostra salute e una corretta lettura delle etichette alimentari potrebbero diventare lo strumento indispensabile per orientarci tra gli affollatissimi scaffali dei supermercati.
Saper leggere correttamente le etichette degli alimenti rappresenta un atto di responsabilità sia verso il nostro benessere e che a quello delle persone a noi più care, perché le etichette dei cibi ci danno una corretta informazione sulle reali caratteristiche del prodotto e sulla sua qualità in funzione al prezzo, aiutandoci così ad impostare una sana alimentazione.
Dal 2011 è in vigore una nuova normativa europea che stabilisce tutte le caratteristiche delle etichette dei prodotti alimentari, rendendole esaustive, semplici ed universali. Non ci resta quindi che leggere per sapere cosa troviamo all’interno dei cibi manipolati e trasformati dall’industria, se vengono aggiunti zuccheri artificiali o surrogati artificiali di grassi, spesso fortemente dannosi per la nostra salute in quanto sostanze chimiche estranee ai processi biochimici del nostro organismo, spesso depauperati da processi industriali che li privano di nutrienti importanti come vitamine, minerali, ecc.
Certo che utilizzare il meno possibile cibi confezionati che nella maggior parte dei casi ci forniscono informazioni esaustive sul loro reale contenuto e preferire al loro posto prodotti freschi, di stagione e preferibilmente a Km zero o quasi ci aiuterebbe molto a seguire una corretta e sana alimentazione. Per avere consapevolezza su tutti gli alimenti confezionati che mangiamo e che normalmente portiamo sulle nostre tavole è fondamentale conoscere la composizione completa degli ingredienti, l’origine del prodotto, il periodo di scadenza, il metodo di conservazione etc. : vediamo pertanto di imparare assieme :
● Ricchezza di informazioniLa ricchezza di informazioni riportate è un chiaro segnale di volontà di trasparenza da parte del produttore. Al di là delle informazioni che per legge devono obbligatoriamente essere segnalate nell’etichetta, a discrezione del produttore possono esserne riportate ulteriori aggiuntive e complementari, come le certificazioni di qualità, piuttosto che la descrizione del metodo di produzione o un numero verde per assistenza al consumatore.
● Elenco ingredientiPrima regola quando si intende acquistare un prodotto alimentare, è leggerne attentamente l’elenco degli ingredienti, obbligatorio per legge. L’ordine in cui questi compaiono segue un ordine decrescente per quantità: il primo ingrediente è quindi quello più presente. Verificando dunque la posizione occupata dagli ingredienti possiamo avere una prima stima della qualità di un prodotto rispetto ad un altro di prezzo diverso o uguale.
● AdditiviSono compresi nella lista degli ingredienti e di solito appaiono per ultimi, ma vanno seriamente considerati, imparando prima a conoscerli. Li troviamo indicati sempre con una “E” (indice che l’additivo è permesso in tutti i paesi dell’Unione Europea), e un numero a seguire, ad eccezione degli aromi che possono essere riportati con il loro nome esteso senza la “E”.
Presenti nella maggior parte degli alimenti e stabiliti per legge, gli additivi si dividono in:
- Conservanti: la loro funzione e quella di rallentare il processo di deterioramento del cibo causato da muffe, batteri e lieviti. Da E100 a E199
- Correttori d’acidità, esaltatori di sapidità etc.: la loro funzione è di migliorare il sapore.
- Coloranti, antiossidanti etc.: alcuni sono sostanze naturali, altri sono sostanze naturali concentrate o modificate chimicamente, altri sono imitazioni di sintesi di sostanze naturali, altri sono totalmente artificiali. Nella maggior parte dei casi, i coloranti hanno lo scopo di riprodurre il colore naturale associato al sapore, ma quest'ultimo, spesso, è dovuto all'uso di aromi naturali. Da E200 a E299
- Solfiti: Evitano la fermentazione della frutta secca evitandone l’imbrunimento naturale. Questi additivi sono irritanti per il tubo digerente e distruggono la Vitamina B1 fondamentale per il sistema nervoso. Inoltre, possono dare reazioni allergiche e sono sospettati di essere legati all’iperattivismo infantile. Da E220 a E227
- Nitriti e Nitrati: Sono conservanti utilizzati nei salumi, insaccati e carni lavorate, impediscono lo sviluppo del batterio Clostridium botulinum. I nitrati (E251, E252) in piccole dosi non sono pericolosi, mentre i nitriti (E249, E250) legandosi alle ammine presenti in altri cibi formano le nitrosammine, considerate potenzialmente cancerogene.
- Antiossidanti: evitano il processo d’ossidazione dei grassi e quindi l’irrancidimento dell’alimento. Da E300 ad E322
- Butilidrossilanisolo: potrebbe distruggere la vitamina D, aumentare i livelli di colesterolo e causare allergia. E320
- Acido L-Ascorbico: che altro non è che Vitamina C, è innocuo anche se in forti dosi può avere un effetto lassativo. E300-E304
- Lecitina di Soia: usata nell'industria alimentare come agente emulsionante E322
- Correttori di Acidità: Da E325 ad E385:
- Addensanti, Emulsionanti e Stabilizzanti: La legge italiana prevede la loro indicazione in etichetta in modo generico come “aromi”. Possono essere naturali o artificiali (da E400 ad E495)
- Polifosfati: Si trovano principalmente negli insaccati cotti e nei formaggi fusi. Possono dare problemi digestivi e poiché forniscono all’organismo dosi massicce di fosforo, minerale che, per essere eliminato si lega agli atomi di calcio venendo così eliminato con quest’ultimo un eccesso di fosforo comporta quindi una perdita di calcio, a danno di ossa e denti. Sarebbe bene evitarli, soprattutto nell’alimentazione dei bambini (Attenzione pertanto ai Formaggini e al prosciutto cotto!!!!). E450
- Sorbitolo: Il suo potere dolcificante è circa il 60% del saccarosio. Per le sue caratteristiche, è molto utilizzato nell'industria alimentare come dolcificante, stabilizzante e agente lievitante Un grosso vantaggio dell'uso del sorbitolo come dolcificante è dovuto al fatto che i batteri che causano la carie non riescono a utilizzarlo per il loro metabolismo. Per la sua proprietà di trattenere acqua viene utilizzato per prevenire la disidratazione di alimenti esposti all'aria. E420
- Mannitolo: Dal punto di vista alimentare appartiene alla categoria degli stabilizzanti, addensanti, gelificanti ed emulsionanti. In realtà viene usato soprattutto come dolcificante. Anche come dolcificante non è molto diffuso perché appartiene alla categoria dei dolcificanti energetici. Con un potere dolcificante leggermente superiore alla metà di quello del saccarosio (il comune zucchero da cucina), ha un potere calorico che è superiore alla metà di quello del saccarosio stesso, può causare problemi allo stomaco. E421
- Monogliceridi E Digliceridi degli Acidi Grassi: Li ritroviamo nelle merendine e nei biscotti. Hanno la funzione di emulsionare, addensare e conservare. L’organismo li utilizza come grassi. E471
- Glutammato: Rafforza il gusto degli alimenti, lo troviamo in quasi tutti i piatti pronti, nel dado, nelle salse, nelle patatine e snack, etc. E620- E621
● Tabella nutrizionale: Non è ancora obbligatorio riportarla, ma ormai appare quasi in tutti i prodotti e ci segnala l’apporto energetico (Kcal) e le percentuali di grassi, acidi grassi saturi e insaturi, carboidrati, proteine, “zuccheri semplici”, fibre e sodio (oppure di sale) riferiti a 100 g o 100 ml di prodotto. Spesso vengono riportati anche i valori riferiti ad una porzione. Quindi è bene sapere che non è importante focalizzarsi solo sulle calorie, quanto piuttosto sugli altri valori.
● Denominazione commerciale: È un’informazione che può sembrarvi banale e scontata, ma in realtà a ben leggerla è assolutamente prioritaria per capire la qualità del prodotto che andiamo ad acquistare laddove esiste una classificazione normativa, quindi l’olio extravergine d’oliva E.V.O. è da preferire all’olio d’oliva, il latte fresco pastorizzato al latte pastorizzato, le uova extra alle uova di categoria A e così via.
● Denominazione protetta: Laddove presenti, le indicazioni di denominazioni d’origine riconosciute dall’Unione Europea – D.O.P. (Denominazione d’Origine Protetta), I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) e S.T.G. (Specialità Tradizionale Garantita) - rappresentano una garanzia di qualità del prodotto che andiamo ad acquistare, perché ci assicurano che l’alimento provenga da una specifica zona e che sia prodotto secondo un determinato disciplinare. Anche i prodotti biologici rientrano tra le denominazione tutelate: sugli scaffali del supermercato cerchiamo quindi quelli che riportano la dicitura “Agricoltura Biologica”.
● Termine/data di scadenza: In fase di acquisto è una delle informazioni che guardiamo con maggior scrupolo e tendiamo sempre a scegliere prodotti con tempi di scadenza più lunghi possibile. Spesso non è la scelta giusta: prodotti con tempi di scadenza più stretti indicano un minor contenuto di conservanti e sono quindi da preferire. Alcuni alimenti possono non riportarla (es: zucchero e sale, un tempo utilizzati per conservare i cibi). Possiamo così trovare:
- “da consumarsi preferibilmente entro….” Indica che fino a quella data il prodotto garantisce le sue proprietà, ma può essere consumato anche per un breve periodo successivo alla data indicata (lo si ritrova nei prodotti quali pasta, riso, cereali, etc.)
- “da consumarsi entro…” indica che va consumato entro e non oltre quella data (lo si ritrova nei prodotti freschi come yogurt, latte, formaggi freschi).
● Modalità di conservazione/utilizzazione: Si trovano solo sui prodotti che necessitano di particolari accorgimenti (ad esempio il latte), quindi se presenti, è importante rispettarle per preservare intatte tutte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dell’alimento.
● Lotto di produzione: È un’informazione obbligatoria e anche se sembra molto tecnica, in realtà è fondamentale per la rintracciabilità del prodotto e quindi per localizzarlo anche in casi di situazioni che prevedano il ritiro o il richiamo del prodotto dal mercato.
● Sede dello stabilimento di produzione e di confezionamento: Sede dello stabilimento di produzione e di confezionamento: Due indicazioni cui prestare attenzione perché un alimento potrebbe essere stato prodotto in un Paese ma poi confezionato in un altro. Attenzione ai prodotti provenienti dai paesi extraeuropei non tutelati dalle leggi CEE!
● Indicazione d’origine: Un’indicazione diventata obbligatoria per alcune categorie di prodotti, come le carni, e che ci auguriamo venga presto estesa anche ad altre. L'indicazione del Paese o della Regione d’origine è un'informazione comunque obbligatoria qualora la sua omissione possa indurre in errore il consumatore, ad esempio nel caso di una mozzarella fabbricata in Spagna ma venduta in Italia.
● Quantità netta: Non commettiamo l’errore per la fretta di scegliere solo in base al prezzo più basso, ma dedichiamo un paio di minuti anche per comparare l’effettivo peso dei prodotti che stiamo mettendo nel nostro carrello: se veramente vogliamo risparmiare non dimentichiamo di verificare il peso intero e quello “al netto degli scarti!
● Sostanze allergizzanti: Una regola di vitale importanza per chi soffre di determinate allergie o intolleranze è quella di controllare sempre nella lista degli ingredienti o prima ancora nella denominazione di vendita (es: cioccolato al latte) la presenza di eventuali allergeni. Quando trovate la dicitura “Può contenere tracce di…” seguito dal nome del potenziale allergene, significa che il prodotto può essere stato accidentalmente contaminato da sostanze allergeniche (attraverso ad esempio la presenza di allergeni nello stabilimento produttivo o di macchinari che ne eseguono la manipolazione).
● Senza zucchero: Uno slogan che spesso ci attrae ma che può anche ingannarci. Se infatti prestassimo maggiore attenzione a quanto riportato nelle etichette, ci renderemmo conto che prodotti che si dichiarano senza zucchero (e quindi senza saccarosio, il comune “zucchero da tavola” composto da una molecola di glucosio e una di fruttosio), in realtà possono contenere sciroppo di glucosio, di fruttosio, di cereali, amidi di mais, maltosio, che innalzano i livelli di glucosio nel sangue (la glicemia) con conseguenze liberazione di insulina (l’ormone che regola il flusso di glucosio all’interno delle cellule) con un comportamento analogo (anche se a volte in misura superiore o inferiore) al saccarosio. Impariamo a preferire ad esempio i prodotti dolcificati con succo di mele o d’uva!
● Dietetico/Light/Senza calorie: Con queste diciture si distinguono gli alimenti che presentano un quantitativo ridotto di grassi in generale o di colesterolo, oppure di zucchero (saccarosio). Dietro a queste diciture può nascondersi però il ricorso a sostanze additive senza significato nutrizionale, come emulsionanti, dolcificanti sintetici (o edulcoranti tipo aspartame), addensanti o conservanti spesso fortemente dannosi per la salute. Impariamo quindi a leggere attentamente l’etichetta soprattutto se il prodotto è destinato all’alimentazione infantile, per la quale i cibi light possono essere utilizzati solo dietro controllo medico.
● Oli e grassi: La dicitura “oli e grassi” deve per legge essere sempre abbinata alla tipologia utilizzata. Prestiamo grande attenzione a quanto riportato nell’etichetta quindi e optiamo per prodotti che utilizzano i grassi migliori, l’olio d’oliva e il burro, piuttosto che indistinti grassi o oli vegetali, grassi idrogenati o parzialmente idrogenati, margarina, oli di semi senza specificazione o di colza, mais, soia, macadamia, strutto, sego.
● Immagine sulla confezione: L’immagine presente sul fronte della confezione può spesso essere rappresentativa ed evocativa del prodotto, aspetto che viene comunque precisato con la dicitura “L'immagine ha il solo scopo di presentare il prodotto”. Meglio quindi non prestare troppo affidamento a quanto riporta l’illustrazione!
● Materiale della confezione e modalità di smaltimento: Anche a tavola un occhio di riguardo per il nostro prezioso ambiente: leggiamo bene le indicazioni sul materiale utilizzato per le confezioni/imballaggi (AL alluminio, CA cartone, ACC acciaio, PE plastica, PS polistirolo, VE vetro ecc.) e facciamoci guidare anche dai simboli e dai pittogrammi spesso presenti per smaltire e differenziare in modo “ecologico” il rifiuto.
Nessun commento:
Posta un commento